In ricordo di Nello Nanni

nello nanniNello Nanni ci ha lasciato alla fine di maggio. Senza ripercorrere aspetti del suo profilo che già altri hanno ricordato – quelli in particolare che si riferiscono alla sua professione di architetto e di studioso del territorio – vogliamo tuttavia almeno accennare al prezioso lavoro di recupero del Castello Aldobrandesco di Arcidosso, dove fin dal tempo dei restauri alcune sale vennero dedicate all’allestimento della sezione espositiva del Centro Studi David Lazzaretti. Nell’ordinamento che venne allora ideato e che è stato conservato negli anni, queste sale sono tuttora la parte più suggestiva del complesso museale del Castello.

Nello è stato fin dagli inizi e per lungo tempo uno dei membri più rilevanti del Centro Studi. Direttore per gran parte della sua storia della rivista «Amiata. Storia e Territorio», nel 2008 pubblicò per le Edizioni Effigi una prima raccolta di testi di David Lazzaretti. Erano per lo più sconosciuti e tratti da manoscritti inediti, mentre i pochi editi erano contenuti in pubblicazioni dei primi anni del Novecento quasi introvabili. Altri opuscoletti, opera dei seguaci di Lazzaretti, erano rintracciabili quasi esclusivamente presso il Centro Studi e l’Archivio dell’Apostolato Giurisdavidico.

Frutto di un impegnativo e paziente lavoro condotto con competenza e rigore filologico, ma anche con la sensibilità dello storico attento al pensiero di Lazzaretti, alle peculiarità del suo stile e della sua scrittura, questo primo volume raccoglieva gli scritti del triennio 1868–1870. Il secondo, pubblicato nel 2016, richiamava l’attenzione sugli scritti del periodo successivo, il triennio 1871–1873: erano fonti nuove, disperse in più fondi e pressoché sconosciute fino al recupero condotto in più tempi a partire dal 1980 dal Centro Studi David Lazzaretti, che proprio in quegli anni andava prendendo forma. Tra queste, trascritte da Nello Nanni con la cura che gli era ormai consueta, vi erano lettere, l’autobiografia di pugno di David, difficile da decifrare, alcuni sermoni, il Libro dei Celesti Fiori, composto nell’estate 1873, stampato in francese nel 1876 e solo nel 1950 tradotto in italiano, senza rispettarne il dettato. Nel produrne una nuova edizione, Nello intendeva restituire l’opera, tra le più importanti di Lazzaretti dal punto di vista teologico, all’“anima” dell’autore, recuperando il modo di esprimersi di David, le inflessioni del suo stile e della sua scrittura.

Al termine di questa sua fatica di più anni e con la consapevolezza di aver messo a disposizione dei lettori e degli studiosi fonti preziose per una vicenda, quella di Lazzaretti, che riteneva «tutta da riscrivere», Nello Nanni aveva maturato la certezza che la figura di David si collocasse a pieno titolo all’interno della storia del Cristianesimo e che sotto questo profilo andasse studiata e riconsiderata. Nella convinzione, lo scriveva in incipit al libro pubblicato nel 2014 e dedicato a Vita e pensiero di David Lazzaretti. Il profeta della terza era, che le intenzioni di fondo di Lazzaretti, depurate «dai limiti e dalle contraddizioni – scriveva – di chi non poteva avere a disposizione adeguati strumenti culturali, siano quanto mai attuali, perché, di fronte ad una modernità ormai in crisi irreversibile, non può che crescere l’aspettativa per una nuova umanità che sia capace di ritrovare l’armonia perduta». Nella prefazione al libro, Pietro Clemente osservava che «fare cose semplici è una cosa molto difficile», richiede formazione, sintesi, «raggiungimento del senso più profondo». Così gli pareva il libro di Nello, che nel ridare la parola alle fonti esprimeva una volontà di comunicazione del religioso «come capace ancora di stupore e di conoscenza».

Dobbiamo in gran parte al lavoro di trascrizione di Nello Nanni anche l’ultimo libro di David Lazzaretti pubblicato di recente, dal titolo La Morale. Non aveva potuto rivedere la trascrizione che con generosità ci ha tuttavia messo a disposizione, né per La Morale aveva potuto lavorare, come era solito fare, a quelle preziose Note del curatore che nelle raccolte degli Scritti di David accompagnavano i testi uno per uno raccontandone la tradizione manoscritta, le trascrizioni, le eventuali edizioni a stampa, ma anche commentandone con discrezione il contenuto, o forse meglio, per riprendere ancora un’espressione di Pietro Clemente, suggerendo con prudenza “indicazioni” per possibili e auspicabili approfondimenti interpretativi.

Questa riflessione pensavamo di condurla insieme a te, Nello. E ora ci manchi.

 

Arcidosso, 2 giugno 2025